...torno sui miei passi...

 



UNO DELLA VIA GLUCK: "MILIETO" PRATA (di Stefano Scarpari)


Via Gluck, 7 Maggio 2005

Il nostro continuo percorso alla ricerca di persone che hanno conosciuto Adriano, ci ha portati questa volta ad incontrare Emilio Prata, nato in via Gluck al 10, dove la mamma faceva la custode e dove abitavano la Rosa (sorella di Adriano) e il Gino (Santercole).
Abbiamo così l'occasione di ripercorrere la gioventù e la vita della via Gluck.
"All'epoca, un po' come tutti i ragazzi, avevo la passione di suonare, e col Gino avevamo cominciato ad andare a scuola di chitarra insieme. Ci si trovava una volta a casa Santercole e una volta a casa mia, a studiare e ad esercitarci un po'.
Mi ricordo che agli inizi Adriano era uno "scassa-can", un "assassino" delle chitarre, perché el ghe tirava denter a tutta manetta e le corde non resistevano più di tanto e continuava a romperle! (poi col tempo ha imparato, ndr...ad aggiustare le corde.)
In via Gluck spesso ci si trovava in cortile a suonare io con la chitarra, el "Rulò" con il violino, il Sergio Cavagnera col sassofono e il fratello con la fisarmonica; ci chiamavano l'orchestra del "tirassa" perché ognuno suonava per conto suo, con una gran confusione, ma ci si divertiva da morire!
Poi, avendo io 9 anni più di Adriano, non avevo però il tempo di andare nei locali, perché al mattino dovevo alzarmi alle 5 per andare a lavorare in officina.
Avevo cominciato a lavorare in un'orchestra nelle sale da ballo, ma poi ho dovuto interrompere anche perché mi sono sposato.
All'epoca noi ragazzi ci si trovava a giocare nei prati. Si giocava al pallone, alla lippa, al "Giro d'Italia" coi tappi delle bottiglie, a "tuca e spanna" coi sassi (una specie di bocce).
Adriano mi chiamava "l'americano" perché giocavo al baseball, ma in via Gluck ero anche detto "il Piccolo", in modo ironico perché ero il più alto di tutti.Eravamo sempre in giro per i prati a correre ed eravamo perciò sempre sporchi, ma l'Adriano l'era el pusé vunch de tùch! E poi era dispettoso come una scimmia: si nascondeva sempre dietro il portoncino della portineria, poi arrivavano in 7 o 8 a trovarlo e facevano un baccano tremendo: quante volte mia mamma usciva a cacciarli a scopate!
Si facevano le Olimpiadi della via Gluck: 3 giri dell'isolato, a partire dalla via Gluck 10 al 14, cronometrati dal Gigino Chiavegato con la sveglia della nonna.
C'erano le Olimpiadi delle fogne: bisognava fare 500 mt. di corsa in una fogna entrando da un tombino, in mezzo ai topi, sbucando il più in fretta possibile all'altro capo della via e Adriano era tra i più veloci.
E poi una grande aiuola di Viale Lunigiana fungeva da ring per le gare di pugilato, dove vinceva sempre un altro Adriano, il Redemagni, detto appunto il "boxeur".Adriano portava un bretellone solo per reggersi i pantaloni, messa di traverso, così - diceva sua mamma - faceva più in fretta per i bisogni.
C'erano poi le rivalità con le bande di ragazzi di via Bruschetti e Ponte Seveso che molestavano le ragazze della via Gluck (tra cui la Maria e la Rosa, le sorelle di Adriano): allora ogni tanto si organizzava di dar loro una lezione e si usava la tattica dell'imboscata: un gruppetto di coraggiosi (tra cui l'Adriano) andava in via Seveso a insultarli e a tirare sassi così da farsi inseguire scappando fino qui in via Gluck 14 o al 16 (che avevano un'uscita anche sul retro, lungo la ferrovia) dove li attendevano gli altri Gluckiani: e giù legnate!
E così era una vita povera, ma ci si divertiva lo stesso da matti.
Adriano mi ricordo che era un fanatico di Jerry Lewis ed Elvis Presley, e spesso (già a una quindicina d'anni) si metteva davanti al negozio di latteria accanto al portone e si dimenava e agitava, urlando accompagnandosi con una chitarra (o meglio tormentando le corde…) ...e puntuali arrivavano giù le secchiate d'acqua dai balconi!



Poi, anche quando era diventato già più famoso dopo i primi Festival del Rock & Roll e non abitava più in via Gluck, ogni tanto tornava a cantare in motoretta accompagnato dal nipote Gino con un'armonica a bocca: suonavano sempre davanti alla latteria, ma la gente tranquilla che voleva dormire perché al mattino si alzava presto per andare a lavorare tirava sempre giù acqua! Allora si ricominciava al riparo nel vicino Bar Aurora: riunivamo 4 tavoli e lui li usava come palco.
E nel febbraio '66 Adriano mandò un pullman, sul radiatore un cartello "Via Gluck - Sanremo", per averci tutti ad applaudire la nostra storia cantata in Eurovisione! Era l'inizio di un mito!"
Ne sono passati di anni, e anche Emilio Prata ha lasciato la via Gluck, e, ironia della sorte, fa ora il cantastorie. Una volta in pensione ha infatti avuto finalmente il tempo per dedicarsi alla sua prima passione e, quasi per caso, ha cominciato a suonare e cantare nei ristoranti, dapprima le canzoni della tradizione milanese, poi, via via, scrivendo anche monologhi di cabaret e canzoni inedite ("L'anno prossimo festeggio i 20 anni di attività!").
("L'anno prossimo festeggio i 20 anni di attività!").
Questo è Emilio Prata, milanese D.O.C. alto 1 metro e 90, detto ironicamente "l'Americano", e "il Piccolo" o in arte "Milieto"!
Proprio alla fine della nostra piacevole chiacchierata, arriva casualmente il Pierluigi Chiavegato (detto "il cronista" perché conosceva - e conosce ancora! - a memoria tutte le formazioni dell'Inter), anche lui amico d'infanzia di Celentano e uno dei pochissimi ad essere rimasto ancora in via Gluck: è l'occasione per rivedere l'amico Emilio dopo diversi anni! Dev'essere proprio del "genere Gluckiano", ma tutti questi "Ragazzi della Via Gluck" sono proprio simpatici.
Così concludiamo la giornata con una bella suonata, cantando le canzoni di Adriano e quelle del "Milieto", il quale ha anche lui composto una canzone sulla via Gluck (sulle note della canzone "Marina") di cui vogliamo qui citare alcune strofe:
"...in giro per i prati a piedi nudi - coperchi di fustini come scudi - a far le sassaiole in via Bruschetti-sunà i campanèi e po' scapà.
Giugavum a nascundes, a toppa, a te ghe l'è - e al Gir d'Italia su i marciapé - e a giugà a la lipa quanti véder rot, e quand turnavam a cà alura eren bòt!!!..."

Ormai Adriano passa raramente in via Gluck; l'ultima volta che si sono rivisti è stato in una rimpatriata nel 1995 in pizzeria.
E per noi, tra il "Milieto" e il "Gigino" ci sembrava ci fosse l'Adriano, perciò ci siamo tuffati con l'immaginazione a rivisitare il cortile di un tempo… "là dove c'era l'erba" o meglio "là dove c'era il Prata"…
Un ringraziamento per la simpatia e la cortese disponibilità a Emilio Prata, un saluto dalla via Gluck.