...torno sui miei passi...

 




UNO DEL CLAN: TEO TEOCOLI
servizio di Luigi Pollastro, Stefano Scarpari, Roberto Catalano, Roberto Salvetti


  • R] Redazione
  • TT] Teo Teocoli

Campione d'Italia, 16 Gennaio 1999 Incontriamo Teo Teocoli al Casinò di Campione d'Italia; molto gentilmente ci invita nel suo camerino poco prima del suo applauditissimo spettacolo, concedendoci l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con uno che, nel suo piccolo, ha fatto anche lui la storia del Clan Celentano.

  • R]I tuoi inizi artistici, se non mi sbaglio, si ricollegano appunto a Celentano e al suo Clan?

TT] Sì, ancora prima del Clan perché io conobbi Adriano nel '58: avevo 13 anni, lui quasi 20, e doveva fare ancora il militare, ed io che ero un suo grande fan lo aspettavo sotto casa in Via Gluck e ricordo che quando lo vedevo arrivare con la sua "Giulietta" azzurra che si era appena comprato, mi veniva l'agitazione. La prima volta che sono riuscito ad incontrarlo, proprio faccia a faccia, siamo subito diventati amici; vedendomi ricordo che mi disse: "Uè, ma questo qui è uno specchio" perché io mi atteggiavo molto ad Adriano, pur essendo un ragazzino. Lui era contento di avere già degli imitatori, dei fan come me e mi disse: "Senti, vieni su a casa"; così mi portò in casa sua dove c'era mamma Giuditta alla quale disse: "Mamma, guarda come mi assomiglia" e lei: "Uh!, rrò juorne à notte"(dal giorno alla notte, ovviamente in favore di Adriano)! Così si chiacchierava, si giocava a biliardo, al calcio balilla, insomma roba di 40 anni fa, dove si era semplici nelle cose. Dopo un anno mi invitò a fare un viaggio con lui ad Ischia, e lì si consolidò maggiormente la nostra amicizia e da allora iniziai a seguirlo con tutti i suoi amici del Clan, che essendo più grandi di me mi trattavano tutti come una specie di rompiballe! Ricordo in un viaggio a Madonna di Campiglio si stette lì per due mesi, divertendoci come matti. Questa passione per Adriano era fin troppo forte perché mi atteggiavo come lui, gli assomigliavo in tutto e per tutto, mi ero pettinato come lui, la gente mi chiedeva se ero un suo parente, qualche giornale scrisse che ero suo nipote!

  • R] Quindi a livello artistico come hai fatto a "staccarti" da Celentano e dalla sua personalità?

TT] Mi c'è voluto un po' perché, ripeto, all'inizio mi veniva istintivo copiarne gli atteggiamenti per questa mia passione troppo forte ( in fin dei conti è un pò così per tutti i fan di un personaggio). Dopo qualche anno, con l'uscita dei Beatles, iniziai a tenere i capelli un po' più lunghi, non più come Adriano, cambiando anche gli atteggiamenti; così Adriano lo imitavo solo quando me lo chiedevano, non più girando per le strade come prima, vestito allo stesso modo.

  • R] E' vero che tu facevi la controfigura di Adriano al "Cantagiro"?

TT] E' un po' una leggenda: successe che ad un Cantagiro che avevo fatto con Adriano, appena lui passava la gente gridava: "Guarda, c'è Adriano!" poi poco dopo passavo anch'io e la gente di nuovo gridava: "Tel chi' un alter" (eccone un altro)! Una frase ormai storica.

  • R] Parlaci un po' dei tuoi esordi?

TT] Bé, io avevo iniziato la strada dei complessini "Beat" che uscivano all'epoca, però cantavo lo stesso le canzoni di Adriano, poi però nel frattempo sono riuscito anche a far parte di gruppi importanti; come precario nei "Camaleonti" sostituendo Ricky Maiocchi come cantante dopo un "Sanremo", ma nel frattempo arrivò Tonino Cripezzi, voce storica che ne fa parte ancora oggi, e allora conobbi i "Quelli" con cui ho fatto due anni stupendi, incidendo dischi, ma comunque con Adriano avevo sempre buoni rapporti.Nel '71 invece ci fu un altro "Cantagiro", che si chiamava "Incontri d'estate" con Little Tony, Claudio Villa,Iva Zanicchi, e non per ultimo Pio, uno del Clan Celentano. Ho poi fatto un musical intitolato "Hair" in teatro, ricordo che alla fine dello spettacolo dato che mi spogliavo nudo Adriano mi disse: "Ueilà, ma cos'è che hai fatto" ed io gli dissi: "Ma no, guarda non è così, e poi ci sono gli effetti delle luci" e lui ancora scherzando mi diceva che queste cose non si fanno. Poi per un po' ci siamo persi di vista perché io facevo cabaret a Milano mentre lui faceva cinema a Roma, però ogni tanto veniva a vedermi al cabaret con Claudia, Rosita e il suo gruppo di amici. Ultimamente abbiamo ricominciato a sentirci, Adriano mi ha fatto l'onore di venire a casa mia con Claudia, ed anch'io con la mia famiglia siamo stati a Galbiate; sono delle belle occasioni per ritrovarci a parlare dei ricordi che come l'amicizia sono indelebili.

  • R] Tornando un attimo ai dischi, tu hai iniziato allora come cantante, quale è stata la tua prima incisione?

TT] Prima ho fatto con i "Quelli" "La bambolina che fa no no no", poi ho inciso alcuni dischi con il Clan, oggi introvabili, tipo "Le vitamine", pezzi che più che altro mi scriveva Gino Santercole sapendo che io facevo cabaret e l'idea era quella di fare dei dischi spiritosi.

  • R] Sì, ma non solo spiritosi, ricordiamo ad esempio "Scapricciatiello" con il quale sei stato addirittura al "Festival di Napoli"?

TT] Bé, fu con Don Backy , nel '67, però con risultati un po' modesti; difatti il disco non vendette un gran ché forse anche un po' per gli arrangiamenti "Rhythm & Blues", però il pezzo nei locali di Milano piaceva ed io lo suonavo. Era un po' una sorta di anticamera del successo. Ma come cantante avevo troppa somiglianza ad Adriano così pensai che scegliere la carriera musicale era impossibile, e avendo conosciuto Cochi & Renato ed Enzo Jannacci decisi di cambiare strada optando per il cabaret.

  • R] Hai qualche aneddoto legato a "Il Boom" trasmissione andata in onda nel '96?

TT] Certo, nelle prove, c'è stata almeno un'ora buona di "gags" ed improvvisazioni, che se potevano andare in onda sarebbero state storiche. Lui, ad esempio, avvicinava il fogliettino delle battute, mentre io lo avvicinavo a me, e lui a sé dicendomi: "Ma perché mi porti via il foglietto", ed io: "Eh, ma anch'io devo leggere", e lui: "Sì, ma è meglio che legga prima io", "allora leggiamo tutti e due", solo che nessuno dei due voleva mettere gli occhiali e quindi… Poi cantò "Così come sei", un pezzo veramente forte. Rimase entusiasta dell'esperienza, tanto che scherzando disse: "Facciamo un nuovo Clan: tu, Gene Gnocchi ed io". Una domanda curiosa: ricordando lo show "Scherzi a parte" so che anche ad Adriano era stato fatto uno scherzo che poi non è mai andato in onda! Sì, è vero era uno scherzo bellissimo, costato anche un sacco di soldi; a lui all'inizio era piaciuto, infatti mi disse scherzando: "Teo, questa me la paghi", per me fu una grossa soddisfazione. Invece nel giorno stesso della messa in onda, mi arriva un suo fax in TV in cui mi diceva di non mandarlo perché non gli era piaciuto più: in certe inquadrature si vedeva verde da sembrare un marziano, si vede che c'era la telecamera un po' troppo vicina, l'immagine era sfuocata; in fondo aveva ragione.

  • R] Torniamo alle canzoni, è vero che "Nessuno mi può giudicare" dovevi inciderlo tu dopo che Adriano l'aveva scartato?

TT] Sì é vero! Me l'aveva proposto Micky del Prete, Adriano l'aveva già inciso, ma non gli piaceva; l'aveva fatto alla "Phonogram" in Piazza Cavour a Milano, ricordo che Micky mi disse: "Fallo tu sto' pezzo, che è adatto anche a te che balli bene e poi sai muoverti". Ed allora provai ad inciderlo e mentre riprovavamo a farlo un po' meglio come di tradizione alle tre di notte, poco dopo arrivò Adriano che mi fa: "Ma cosa fai, sto pezzo qui! Ma te sei matto, questo qui se era un bel pezzo lo facevo io; l'ho fatto ma non è bello, non farlo neanche te, ne scegliamo insieme uno più bello". Lo interrompe Micky: "Ma dai, guarda che Teo l'ha fatto bene", ma lui disse: "No, no!". E così dopo una settimana lo incise Caterina Caselli, con gli esiti che sappiamo tutti. Complimenti, comunque, questa è una curiosità che sono in pochi a sapere!

  • R] Un'altra curiosità legata ai tuoi inizi l'ho letta sui giornali, è vero che al principio il tuo nome d'arte era Nino ?

TT] Sì perché da ragazzino mi chiamavano Nino; quando andavo le prime volte a cantare al "Roxi Club" c'era il nome Nino, lo ricordo bene, su un manifesto disegnato ( cose come si facevano negli anni '60 ) con la fisarmonica, la trombetta e le note musicali; quando vidi Nino dissi: "ma no ragazzi, perché Nino? Mettiamo un altro nome". Però quella volta rimase Nino. In ogni caso poi cominciarono a chiamarmi Teo, i ragazzi in centro, si vede che conoscevano il mio cognome; tra l'altro anche Teo Teocoli non l'ho inventato io. La prima serata che feci al "Derby", nella bacheca fuori sul marciapiede c'era scritto Teo Teocoli. Teo esisteva già, perché mi chiamavano così ancora quando ho fatto "Hair". Teocoli lo hanno deciso così, senza tanti complimenti, allora si usava inventare i nomi per i cabarettisti.

  • R] Invece come programmi futuri hai in ballo qualcosa?

TT] No, no, per ora sono impegnato, devo fare ancora 10/12 puntate di "Quelli che il calcio", quindi già da come sono partito a tenere questo livello mi ci vogliono molte energie per tre ore di diretta, trovare ogni volta dei personaggi nuovi. Poi ci sarà Sanremo.

  • R] Vogliamo complimentarci con te perché non solo sei interprete d'eccezionale bravura, ma perché sei anche l'autore dei tuoi testi; è vero che i testi dei tuoi interventi comici te li scrivi da solo?

TT] Sì, sì non ho mai avuto degli autori, per fortuna mia, perché oggi d'autori validi in giro non ce ne sono più, quindi io, mi arrangio da solo e sono a posto.

  • R] Cosa ci dici del Celentano artista?

TT] Sapete lui è sempre stato un perfezionista, ed ultimamente si è messo ancora ulteriormente a curare le sue cose, come fece anche con il film "Joan Lui" a cui lavorò oltre un anno. Lui è un tenace e alla lunga qualsiasi cosa decida ha sempre ragione lui. Prendiamo ad esempio l'ultimo lavoro, benché abbia fatto una cosa in collaborazione con Mina, di cui ho visto anche il bellissimo video-clip, lui non ama farsi molta pubblicità, ed, infatti, anche senza pubblicità vende ancora un milione di copie dell'ultimo lavoro, come e anche meglio di certe "rockstar" che vanno di moda oggi.

  • R] E adesso, della coppia Celentano / Mogol che fa un disco, cosa ne pensi?

TT] Sai, anche Mogol è un grande e tra grandi….

  • R] Per concludere, da grande fan di Adriano, qual è la sua canzone che preferisci?

TT] Ma, dipende, un pezzo che mi fece impazzire all'epoca fu "Impazzivo per te" (appunto). Ricordo che, non avendo un giradischi, andavo ogni volta apposta in un bar, a mettere 50 lire nel juke box e sentivo sempre quella; poi anche "Si è spento il sole" e "Il ragazzo della Via Gluck". Ma più o meno mi piacciono tutte, possono esserci quei due o tre pezzi non proprio eccezionali, e a uno che ha fatto più di 50 long playing lo si può perdonare, ma comunque anche in questi casi c'è la sua interpretazione particolare, la sua voce inconfondibile, che fa la differenza.

R] Bene, non ci rimane altro che ringraziare un personaggio di innata simpatia per la sua cortesia e per averci fatto passare una splendida serata a Campione con le sue sempre apprezzate e divertenti gags da grande istrione del palcoscenico.