Questo è un anno importante per la musica italiana:
in maggio infatti compie 35 anni la gloriosa etichetta
discografica "CLAN CELENTANO". Un altro record che va ad
aggiungersi ai tanti raggiunti da Adriano ( milioni di dischi
venduti in tutto il mondo, dischi piazzati al primo posto in
classifica, anni di carriera ininterrotta, sempre ad altissimi
livelli ecc... ). Infatti molti non sanno che Adriano è stato il
primo artista italiano a crearsi una propria casa discografica
indipendente, con la quale poter incidere dischi secondo i propri
gusti, senza subire imposizioni dai produttori o dalle mode del
momento.
Era il 1962, e la grande avventura prese il via con un 45giri oggi
poco ricordato, ma molto raro: un pezzo di Ricky Gianco intitolato
"Vedrai che passerà", con numero di catalogo "ACC 24000".
Il "CLAN CELENTANO" dicevamo, non era solo una semplice etichetta
discografica ma un "gruppo" unito e compatto di amici che
collaboravano tra di loro.
Inizialmente il CLAN era composto da Ricky Gianco, Guidone, Don
Backy e i Ribelli con Gino Santercole; ad essi si aggiunsero poi
Mariano Detto, Pilade, Milena Cantù ( la famosa "Ragazza del clan"
) i Fuggiaschi, Ico Cerutti, Teo (Teocoli), e via via tanti altri.
Coi Ribelli iniziò la carriera Demetrio Stratos, che più avanti
avrebbe formato il gruppo storico degli "Area".
L'operazione ha dato il via a numerose imitazioni da parte da
altri artisti ,i quali anche loro volevano crearsi la propria
indipendenza.
Dal CLAN vennero fuori veri e propri successi discografici
;citiamo solo alcuni esempi tra i tanti:" L'amore" e" L'immensità"
di Don Backy (quest'ultima ripresa nello stesso anno anche da
Johnny Dorelli e Mina, che ne fecero un autentico "evergreen" );
"Per una lira" e "Chi sarà la ragazza del Clan" dei Ribelli (da
sottolineare che il pezzo "Per una lira" era una fra le prime
composizioni di un ancora sconosciuto Lucio Battisti);
"Questo vecchio pazzo mondo" di Gino Santercole, ottima cover di
un hit di Barry Mc Guire (Eye of distruction) e ripresa anni dopo
da Adriano nel suo ellepì "I miei americani"; "Tu vedrai" di R.
Gianco, buon seguito di "Pregherò". Quest'ultimo pezzo fu anche
frutto di polemiche da parte di Ricky, il quale avrebbe voluto
inciderla personalmente; in ogni caso ha avuto modo di farsi
appezzare fino ad oggi come eccellente autore (sua è la bellissima
"Sei rimasta sola").
Da citare anche Pilade, che in futuro scriverà moltissime canzoni
per Orietta Berti, Riccardo Del Turco, Gianni Nazzaro ecc....
e poi Mariano Detto l'infaticabile arrangiatore di moltissimi
motivi del Clan, nonché autore di tante colonne sonore di films
italiani di grande successo, come "Qua la Mano" o "La locandiera"
e altri.
Meritano un discorso a parte due dei maggiori artefici dei più
grandi successi del Clan: Miki Del Prete, allora soprannominato
dagli amici "L'uomo ombra" in quanto grande amico di Adriano e
paroliere esclusivo; e Luciano Beretta,altro grandissimo autore,
che contribuì pure lui a sfornare canzoni di grande rilievo come
"Il ragazzo della via Gluck" o "Il mondo in mi settima".
Nel corso degli anni il "Clan Celentano" ha alternato momenti di
grande successi ad altri di crisi artistica (via via scelsero di
andare per la propria strada i vari R.Gianco, Guidone, Don Backy,
e I Ribelli, mentre per alcuni anni restarono Pilade e Gino
Santercole). Nel 1969 il Clan attraversò una seconda fase, ed ecco
quindi arrivare gente nuova ad incidere molti altri dischi: Fred
Bongusto e Katty Line, Renato (più famoso come Renato dei
Profeti), Claudia Mori (l'altra metà di Adriano), Gino (Cudsi),
Lucille, I ragazzi della via Gluck (gruppo che fino a poco tempo
prima accompagnò Adriano in dischi e tournée), Gianaca e Pio
(ultimo ad entrare nel Clan, ma primo ad essere raggiunto ed
intervistato dal "Corriere del Celebre"!).
Passarono dal Clan anche moltissimi altri artisti, alcuni facendo
una sorte di rapida "apparizione", e altri incidendo anche dei
dischi con altre etichette sempre distribuite dalla gloriosa casa
discografica negli anni '60: Al Bano, Lara Saint Paul (conosciuta
ai tempi col nome di Tanya), Fiammetta e Mario Tessuto tra quelli
che si ricordano maggiormente.
Quando fu fondato il"Clan Celentano" io non ero ancora nato, ma ho
potuto capire cosa rappresentasse per l'epoca raccogliendo gran
parte dei dischi finora distribuiti attraverso fiere e negozi
specializzati nel collezionismo discografico.
L'ascolto di tutta la produzione di quegli anni mi ha dato modo di
riconoscere in parecchi casi l'inconfondibile "Stile Celentano che
dava quel tocco di classe in più ad incisioni sicuramente da
rivalutare.
Peccato non esista un libro o una pubblicazione sul Clan, lo
meriterebbe per quanto ha significato nella storia della musica
italiana. |